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Popoli in fuga

Popoli in fuga

Popoli in fuga: profughi nel mondo

“Come parlare di pace, quando si costringono popolazioni a fuggire, si dà la caccia agli uomini e se ne incendiano le abitazioni?” (Giovanni Paolo II, nel corso del messaggio Urbi et Orbi del giorno di Pasqua 1999).

Fra i capitoli più dolorosi con cui si è aperto il Nuovo Millennio troviamo il dramma dei rifugiati, dei profughi interni e dei deportati.  La cronaca recente evoca il dramma dei profughi del Kosovo e della Macedonia, con centinaia di migliaia di persone in fuga che si sono  aggiunti ai milioni di profughi delle guerre balcaniche degli ultimi anni, e agli altri profughi e deportati del secondo dopoguerra, concentrati soprattutto nel Medio Oriente, in Asia e in Africa. Specie in quest’ultimo continente negli ultimi anni le strade dell'esodo sembrano essersi moltiplicate. La cifra complessiva dei rifugiati in Africa è circa di 3,6 milioni di persone, di cui circa la metà bambini. L'elenco potrebbe proseguire a lungo con i profughi in Afghanistan (al 1 milione di persone sfollate all'interno del Paese e circa 2,5 milioni di persone accolte in Iran e Pakistan continuano ad aggiungersene altre in fuga dal rischio di guerra con gli Stati Uniti e la Nato), in Colombia (1,5 milioni di persone) e in Indonesia (oltre 1 milione di persone).

Le statistiche, sia pure nella loro aridità numerica, sono impressionanti. Secondo l’ACNUR (Alto Commissariato Onu per i Rifugiati) i rifugiati nel mondo sono oltre 22 milioni: vale a dire che una su ogni 269 persone sulla Terra è costretta a fuggire dalla propria patria. I motivi sono i più vari: persecuzioni legate a etnia, religione, appartenenza a dati gruppi sociali. La galassia dei profughi (sempre secondo l’Alto Commissariato) è composta da 11, 7 milioni di persone fuggite fuori dalla patria natia; 1,2 milioni persone che si trovano in un paese straniero e hanno presentato domanda di asilo, ma non hanno ancora ottenuto risposta; 2,5 milioni di ex rifugiati rientrati nella loro patria; 6,9 milioni di rifugiati interni, costretti a lasciare case e proprietà e famiglie, ma rimasti all’interno del proprio Paese.