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Genova e il G8

Genova e il G8

G8, incidenti a Genova

Fra il 20 e il 22 luglio 2001 Genova è teatro di gravissimi incidenti “anti-globalizzazione”, con un’esplosione di violenza che è la più seria dalla nascita del “Popolo di Seattle”.

Il capoluogo ligure è infatti la sede prescelta per la riunione del G8, i sette Paesi più industrializzati del mondo (Francia, Giappone, Germania, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti) più la Russia. L’evento provoca l’arrivo a Genova da tutta Italia e dall’estero di una notevole e variegata massa di manifestanti antiglobalizzazione, la maggior parte dei quali raccolti attorno alla sigla Genoa Social Forum.

In un clima di altissima tensione e con imponenti misure di sicurezza a protezione del centro storico (la “zona rossa”)  non tardano a scoppiare incidenti, che fanno passare ben presto in secondo piano sia i contenuti dell’incontro fra i leader del G8 che le istanze dello stesso “Popolo di Seattle” (debito estero dei Paesi poveri, sfruttamento della manodopera a basso costo, ambiente, rischi legati ai cibi transgenici, difesa della biodiversità).

L’opinione pubblica scopre l’esistenza di diverse anime del movimento “anti-global”, nel quale spiccano le cosiddette “tute bianche”, ma anche i “Black Bloc”, violenta frangia anarcoide formata in occasioni del genere da gruppi e individui di diverse nazioni. I feriti negli incidenti sono centinaia: manifestanti violenti e pacifici, agenti delle forze dell’ordine, ma anche molti altri, a partire da passanti,  giornalisti e osservatori. In Piazza Gaetano Alimonda, mentre insieme ad altri contestatori stava dando l’assalto a una camionetta dei carabinieri, viene ucciso l’italiano Carlo Giuliani, 23 anni, colpito dal proiettile sparato da un carabiniere bloccato all’interno del veicolo. Destano grande impressione le devastazioni nelle strade genovesi, ma anche l’irruzione della polizia nella scuola Diaz, trasformata in dormitorio dal Genoa Social Forum. L’azione della polizia viene messa in discussione anche dalle testimonianze di molti fermati, soprattutto di coloro che sono stati portati nella caserma di Bolzaneto, poco distante da Genova.

In seguito ai fatti di Genova vengono aperte svariate inchieste giudiziarie, sia contro manifestanti che contro membri delle forze dell’ordine. Mentre il “Popolo di Seattle” è costretto dall’accaduto a ripensare alla propria identità e le forze politiche offrono diverse interpretazioni dell’accaduto - in particolare dell’operato di polizia e carabinieri -  i leader delle grandi potenze discutono dell’opportunità di continuare a tenere vertici come il G8 nella grandi città dell’Occidente.