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La violenza in Colombia

La violenza in Colombia

Il 18 aprile 1998 viene ucciso da tre killer professionisti Edoardo U. Mendoza, famoso avvocato, strenuo difensore dei diritti umani. Questo episodio di violenza è solo uno dei tanti che ogni giorno si verificano in Colombia, una delle più antiche democrazie del Sudamerica nella quale però è sempre più difficile distinguere la linea di confine tra violenza politica e violenza comune.

Da una statistica del 1997 è emerso che i gruppi paramilitari sono responsabili dell’84% degli omicidi politici. La restante percentuale va addebitata a guerriglieri e militari. Ogni anno si registrano 30.000 assassinii e ben il 47% dei sequestri di persona al mondo avviene in Colombia. L'aumento di attentati, violenze e  sequestri generano un clima di paura diffuso: non a caso il numero dei suicidi è in costante aumento (solo nel 2000 sono stati 2.096).

Le trattative di pace vanno avanti a singhiozzo e le conseguenze sulla popolazione civile sono sempre più gravi. Il clima di insicurezza ha pesanti ripercussioni sul sistema socio-economico e provoca disoccupazione, emigrazione e spostamento forzato di migliaia di persone costrette a fuggire dai villaggi: nel 2000 i profughi interni sono stati 300.000.

Le radici di questo disordine risalgono alla fine degli anni ’40 quando la lotta per il potere fra liberali e conservatori conduce  ad una guerra civile a cui sopravvivono due eserciti contrapposti di guerriglieri che ancora oggi spadroneggiano nel Paese. I territori controllati dalla guerriglia spesso coincidono con quelli molto estesi dove migliaia di campesinos coltivano la pianta della coca (negli ultimi anni  la produzione è stata incrementata di oltre il 30%), per cui si è venuta a formare una pericolosa alleanza tra narcotrafficanti e guerriglieri che ormai condiziona largamente le forze di governo. Si sospetta addirittura che molte cariche dello Stato siano state elette grazie al contributo economico fornito dai cartelli di narcotrafficanti. Nel giugno 1998,  il nuovo presidente Andrés Pastrana incontra separatamente i rappresentanti delle Forze armate della Colombia (FARC) e dell'Esercito di liberazione nazionale (ELN), nel tentativo di trovare un accordo di pace. Ma i negoziati si interrompono ben presto, anche a causa delle azioni delle Forze Unite di Autodifesa (AUC), un  gruppo paramilitare in contrasto con il FARC.

Nel corso del 2000, l'apertura di alcune commissioni d'inchiesta sui  desaparecidos e sugli squadroni della morte  e l'inasprimento delle pene per i reati di rapimento e genocidio hanno comportato la destituzioni di quasi 400 ufficiali e un nuovo intensificarsi delle offensive da parte dei diversi gruppi armati.