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Marcos e il Chiapas

Marcos e il Chiapas

Marcos e il Chiapas

Le lotte della popolazione del Chiapas per l'autodeterminazione, contro l'espropriazione della terra e l'emarginazione hanno le loro radici nelle rivolte della seconda metà del XIX secolo. Gli indios vengono cacciati dalle loro terre subendo violenze di ogni genere da parte dell'esercito messicano, della polizia locale e di gruppi armati di discutibile legalità. Dopo l'entrata in vigore dell'accordo di libero scambio del Nordamerica (Nafta) nel 1994,  l'esercito zapatista di liberazione nazionale (EZLN) organizza la rivolta degli indios. L'EZLN chiede per le popolazioni del Chiapas il diritto al lavoro, alla terra, all'alloggio, al cibo, all'assistenza medica e sociale, alla democrazia, alla giustizia e alla pace. Gli accordi di San Andres, firmati il 16 febbraio 1996 da una delegazione governativa e dall'Esercito zapatista, sono però rimasti lettera morta.

La chiesa cattolica e molte organizzazioni non-governative continuano a chiedere una presenza internazionale in Chiapas per ridurre le tensioni e promuovere in maniera più decisa il processo di pacificazione. Nel corso degli ultimi anni ci sono stati scontri armati tra le forze dell'EZLN e i gruppi paramilitari, spesso seguiti da fughe di profughi indios. Dopo l'uccisione di 45 indios a Acteal, nel 1997, i gruppi armati zapatisti si rafforzano e il governo cerca una nuova linea distensiva. Il 21 marzo del 1999 L'EZLN indice un referendum di consultazione per il rispetto dei diritti degli Indios e nell'autunno dello stesso anno riprendono i negoziati che, soprattutto dopo le elezioni presidenziali del luglio 2000, evidenziano la necessità di allargare le richieste degli indios del Chiapas a tutti gli indios del Messico (circa il 10% della popolazione). Il nuovo presidente Vicente Fox riprende i negoziati con l'EZLN, ma gli zapatisti chiedono la liberazione di 100 detenuti e il ritiro dell'esercito da sette zone controllate dagli indios. La liberazione di 38 detenuti, il ritiro delle truppe federali da 4 zone del Chiapas (dicembre 2000) e la proposta di legge sui diritti costituzionali indigeni (legge Cocopa) sono stati i primi segnali di svolta. Nel febbraio 2001 il subcomandante Marcos, leader dell'EZLN, e una delegazione di 24 zapatisti organizzano una Marcia della pace per recarsi al Congresso dove sono stati invitati a parlare sull'approvazione della legge in favore dei diritti e della cultura degli indios: il gruppo  parte da San Cristóbal de las Casas e raggiunge Città del Messico, passando per 12 Stati messicani. Purtroppo nel Maggio 2001 i negoziati di pace subiscono una battuta di arresto, perché secondo l'EZLN le riforme approvate dal governo sono diverse da quelle concordate.