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Giovanni Giolitti

Giovanni Giolitti

(Mondovì 1842 - Cavour 1928)

Statista italiano, l'ultimo grande politico liberale al potere prima dell'avvento al governo di Mussolini e del fascismo.

Per quanto fosse deputato sin dal 1882 ed avesse guidato un governo sin dal 1892-93, Giolitti permeò col proprio nome e con la duttilità del proprio programma liberale l'intero primo decennio del secolo in Italia (appunto, età giolittiana). Nel 1914-15 avversò l'intervento italiano in guerra, impersonificando di fatto un'alternativa neutralista. Nel dopoguerra, ormai quasi ottantenne, la crisi dello stato e della classe dirigente liberale avrebbe travolto anche Giolitti.

Fatto sta però che egli tornò, nel 1920-21, alla guida di un governo, una coalizione fra liberali e popolari con i socialisti all'opposizione, mentre nel paese infuriava prima l'occupazione delle fabbriche e poi lo scatenarsi della violenza fascista. Giolitti credette forse di poter "costituzionalizzare" Mussolini e i suoi, come sosteneva di aver fatto nel primo decennio del secolo con Turati e i socialisti. L'errore di prospettiva indicava quanto ormai le sue categorie appartenessero ad un universo liberale che la guerra, l'ascesa dei partiti di massa e la violenza fascista avevano cancellato. Al fondo i suoi successori (Bonomi, Facta), giolittiani tanto tiepidi quanto deboli erano i loro governi, perseverarono in quest'errore. Dal canto suo il re non solo non volle firmare il 28 ottobre 1922 quel decreto di stato d'assedio che avrebbe potuto bloccare l'assalto fascista a Roma, ma chiamò Mussolini a sostituire Facta.

L'Italia sprofondava così verso il fascismo.