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Adolf Hitler

Adolf Hitler

Adolf Hitler

(Braunau 1889 - Berlino 1945)

Politico tedesco di origine austriaca, capo del Partito nazionalsocialista e dittatore.

Trascorsa una gioventù inconcludente, Hitler si trasferì a Monaco nel 1913 per partecipare poi come volontario alla prima guerra mondiale nelle file dell'esercito tedesco, presso il quale rimase qualche tempo dopo l'armistizio con incarichi di propaganda. Nel clima turbolento del dopoguerra, fra il 1919 ed il 1921 aderì, e presto ne divenne il capo, al Partito Nazionalsocialista (NSDAP). Come molti altri movimenti fascisti del tempo, Hitler affiancò alla NSDAP una struttura paramilitare (le SA, più tardi anche le SS) e nel 1923 a Monaco tentò anche un colpo di stato, miseramente fallito, contro la repubblica di Weimar. Arrestato, scrisse in prigione Mein Kampf, un testo violentemente reazionario e antisemita.

Pur scegliendo poi la via elettorale, per la NSDAP i consensi non crescevano. Solo con la crisi del 1929 e il disfacimento della repubblica i consensi per la destra radicale e antisemita crebbero verticalmente: nel 1932 Hitler si candidò alla presidenza della repubblica e fu battuto da Hindenburg, ma ottenne comunque tredici milioni di voti. Fu anche per questo che nel gennaio 1933 Hindenburg lo chiamò alla cancelleria.

Da allora la biografia di Hitler si lega alla storia dello stato razzista ed espansionista del nazismo, di cui però sarebbe errato vedere Hitler come unico responsabile. Assunti i pieni poteri, sospesa la costituzione, scatenate le SA e le SS, represse le opposizioni, costituita una nuova polizia politica (Gestapo), assunta nel 1934 anche la carica di presidente, Hitler era davvero il Führer nazista. In politica interna introdusse un regime del terrore, si ispirò alle teorie razziali "ariane" e pianificò la segregazione e lo sterminio dei "diversi" e degli oppositori. Fece uscire definitivamente il proprio paese dal sistema degli accordi di Versailles anche lanciando colossali piani di riarmo, funzionali alla sua politica estera aggressiva e revisionista, imperialista e ideologicamente antiliberale e antibolscevica (ricerca dello spazio vitale, Lebensraum). Sostenne partiti e movimenti fascisti in Europa e in America Latina. Costruì un patto d'acciaio anti-Comintern fra Berlino, Roma e Tokyo.

Lanciò infine la Germania sulla strada della guerra annettendo Austria, Sudeti, Boemia e Moravia (1938-39). Scatenò la seconda guerra mondiale in forma di guerra totale (con tutti gli orrori della guerra di sterminio) attaccando in successione la Polonia, la Francia e poi l'URSS bolscevica e "slava".

Non accettò mai, nemmeno dopo il 1943, il fatto che le sorti della guerra volgevano ormai al peggio per la Germania nazista e per i suoi alleati. Ossessionato dai fantasmi che aveva evocato, si uccise nel suo bunker di Berlino alla fine di aprile 1945.