mappamappamappasinistradestra

 


La nostra libreria

Compra i tuoi libri da www.librazioni.it


 1861. La storia del Risorgimento che non c'è sui libri di storia 1861. La storia del Risorgimento che non c'è sui libri di storia
Fasanella Giovanni
Sperling & Kupfer, 2010
€18,50


 Cucina, chimica e salute Cucina, chimica e salute
Nicoletti Rosario
Aracne, 2009
€15,00


 Quello che rimane Quello che rimane
Kidder Tracy
Piemme, 2010
€17,50



L'indipendenza dell'Africa

Il Continente africano, spartito fra potenze europee sin da prima della Grande Guerra del 1914-1918, fra le due guerre mondiali aiutò (con le sue preziose risorse naturali, agricole e minerarie) le potenze coloniali a superare la grave crisi del 1929. Ma il carattere sostanzialmente oppressivo del dominio coloniale e il contributo in uomini e in risorse imposto agli africani soprattutto con le due guerre mondiali avevano provocato la reazione di movimenti anticolonialisti e nazionalisti, sorti in Africa e fuori dell’Africa.

Fu così che, fra il 1945 ed il 1960, gran parte dell'Africa vide realizzarsi il sogno dell'indipendenza. Fu il periodo emozionante della conquista dell'autonomia, della diffusione di tanti nazionalismi africani, anche se spesso i confini fra i nuovi stati ricalcavano quelli dei vari domini coloniali.

I nuovi stati indipendenti si ritrovarono però economicamente deboli, esposti agli interesse strategici delle vecchie potenze coloniali ed a quello delle due superpotenze della Guerra Fredda, USA e URSS. L'Africa indipendente si divise presto politicamente, e lo era già quando a metà degli anni Settanta raggiunsero l'indipendenza, per ultimi, anche i vecchi possedimenti coloniali portoghesi.

Alcuni paesi elaborarono una sorta di socialismo africano, ma con scarso successo. L'Egitto nazionalista di Nasser acquistò una grande influenza morale, l'Etiopia vantava (tranne la parentesi coloniale italiana) il lungo passato di indipendenza, la Nigeria contava sulle sue grandi ricchezze naturali (petrolio). In realtà l'unico paese fortemente industrializzato era il Sudafrica, dotato di enormi risorse naturali (oro, diamanti), manodopera a poco prezzo fornita dal sistema razzista dell'apartheid e una efficiente gestione economica da parte della "tribù bianca".

A oltre quaranta anni dalla sua indipendenza, il bilancio economico e politico dell'Africa è diseguale. L'opinione pubblica dei paesi sviluppati si è ricordata del continente africano in occasione di spaventose carestie (Sahel sahariano, Etiopia), di drammi etnici (di recente, nel Rwanda), di spirali di aiuti umanitari e interventi militari (come nel 1992 in Somalia), dell’emergere di tiranni come Bokassa, Idi Amin, Menghistu e Siad Barre, e in più rari avvenimenti positivi come la fine dell’apartheid in Sudafrica e la conseguente conclusione dell’isolamento internazionale di quel Paese.

Salvo proprio il caso sudafricano, la democrazia è praticamente assente e molti sono i regimi militari nel quadro estremamente vario di un Continente sterminato, diviso in innumerevoli etnie e in oltre 50 Stati. Industrializzazione e modernizzazione si sono diffuse, ma numerose sono le crisi e alte le spese militari. Le economie spesso deboli stentano a resistere al forte incremento demografico che ha prodotto anche una notevole emigrazione africana verso il mondo sviluppato e richiede aiuti umanitari esterni. Il reddito di molti Paesi africani è fra i più bassi al Mondo.

All'alba del nuovo millennio l’Africa è ancora un continente povero con all’interno dispendiose guerre e tragici conflitti tribali.

Bibliografia

Basil Davidson, L'Africa nel mondo contemporaneo, Torino, Società editrice internazionale, 1987

Unesco, Storia generale dell'Africa, Milano, Jaca, 1986