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La questione curda

La questione curda e il caso Ocalan

Il Kurdistan è stato frazionato in seguito al Trattato di Losanna nel 1922. Il paese, ricco di risorse naturali, non ha confini ben delineati e per la definizione del suo territorio ci si riferisce a quelle zone di Turchia, Iraq, Siria, Georgia e Armenia nelle quali i curdi costituiscono la maggioranza della popolazione.

La lotta del popolo curdo per ottenere l’indipendenza ha già visto più di 30.000 morti e esodi forzati di massa.  La situazione è diversa da Paese a Paese: il caso più drammatico è quello iracheno, dove non solo i più elementari diritti sono negati alla popolazione curda (fino a negare la possibilità di dare un nome ai propri figli o  possedere libri nella lingua madre) ma nel corso degli anni ci sono stati deportazioni, attacchi militari e bombardamenti con armi chimiche.

Rispetto all’opinione pubblica internazionale, il caso che ha fatto più scalpore è quello di Abdullah Ocalan - leader del PKK, il partito dei lavoratori curdi di ispirazione marxista in lotta armata contro la Turchia dal 1984 - che dopo una lunga fuga per tutta l’Europa e un primo fermo in Italia (che ha provocato una crisi diplomatica fra Italia e Turchia) è  stato arrestato in Kenia il 20 febbraio 1999 e trasferito nel carcere di massima sicurezza dell'isola di Imrali.

Da quel momento Ocalan, condannato a morte per impiccagione con le accuse di tradimento, attività secessionista e omicidio, è stato al centro di una complessa battaglia giudiziaria ma soprattutto politica: infatti tra le condizioni richieste alla Turchia per il suo l'ingresso nell'Unione Europea ci sono l’abolizione della pena di morte e il rispetto della Convenzione europea sui diritti umani. Dal febbraio del 2000  la condanna a morte di Ocalan è stata sospesa.