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L’esodo albanese 1991-1997

L’esodo albanese (1991 - 1997)

Uno dei più chiusi regimi socialisti, quello albanese, si chiude definitivamente nel 1990: le elezioni del 1991 sono già multipartitiche. L’arretratezza del paese è però un grande problema e sono migliaia le persone che decidono di abbandonare l'Albania. Il grande esodo del 1991, che rappresenta simbolicamente la rottura con il passato comunista, mostra agli occhi di tutto il mondo le immagini  di questa folla di emigranti che hanno deciso di affrontare per la prima volta il mare per raggiungere nuovi Paesi. Per molti di loro la nuova America è vicina: l'Italia. Si calcola che gli arrivi in Italia siano stati circa 40.000: da allora gli sbarchi  non sono mai finiti.

L’esodo fa appena in tempo a calmarsi, dopo che la popolazione sembra avere recuperato fiducia nel nuovo governo di Sali Berisha (marzo 1992), che una catastrofe economica si abbatte sul Paese: decine di migliaia di risparmiatori scoprono di essere stati truffati da finanziarie di dubbia affidabilità, le cosidette "piramidi finanziarie". lo scontento popolare si rivolge verso il governo, accusato di complicità nel raggiro, e in poco tempo il paese è in rivolta e slitta verso la guerra civile. E' il luglio del 1997 e il flusso migratorio riprende fino ad assumere nuovamente dimensioni allarmanti, e l'Albania sembra assistere impotente all'emigrazione di forze giovani, di intellettuali e di personale qualificato.