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L’alimentazione

L’alimentazione

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Ecco come un autore della metà del 1500 descrive i costumi alimentari dei Turchi a dei lettori (in questo caso italiani) che evidentemente ignoravano del tutto la natura e la cultura di questo popolo considerato nemico e "infedele". I Turchi "sono, quali noi mortali, et d'una istessa carne, et di Dio creature, così si vivono, come noi altri, delle medesime lor create cose, al sostegno delli humani corpi [...]. I turchi vivono del pane simile al nostro, mangiano carne d'ogni sorte, eccetto porcina, et le più delle volte mangiano assortita in minestre, usano mangiare riso più che vivanda alcuna. Legumi mangiano rado, et spetialmente delle lenticchie, perché dicono che nel ventre togliono el sangue all'huomo: mangiano zucche, rape, et cavoli, et più volentieri i bianchi, che d'altra sorte, minestre di fromento mangiano in vari modi, tutti l'uno dall'altro dissimili di vista, et di sapore. Pesce mangian poco, perciò che dicono al pesce convenire il vino, che beendo l'acqua, si tornerenne à vivere nel ventre. Usano de' frutti come i nostri, in gran copia, et alla più parte tagliano la scorza, eccetto alle pere, che dicono quella essere per sanità dell'huomo, mangiangli avanti l'altre vivande, et sempre in dispari usano i noccioli delle pesche, quando gl'havenon fatto male del numero ne havieno mangiato; non vogliono forchetta, ò punteruoli: mangiano con tre dita e i Mori con cinque: et ciò fanno, perché dicono che'l diavulo mangia con due”.