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Marat

Marat Jean Paul

(Boudry 24/5/1743 - Parigi 13/7/1793)

Nasce a Boudry nel 1743. Compie i suoi studi in Francia ma soggiorna a lungo a Londra, dove, oltre ad esercitare la sua professione di medico, pubblica opere d'ispirazione rivoluzionaria. Nonostante i successi ottenuti nel campo della medicina e della fisica, l'Accademia delle Scienze lo rifiuta, a causa dei suoi attacchi contro Newton e delle sue appassionate prese di posizione a favore dell'uguaglianza sociale. Nella Rivoluzione francese Marat trova il luogo per realizzare le sue idee politiche e il suo bisogno d'azione: dal settembre 1789 fonda L'Ami du peuple, che diventerà il Journal de la République Française, nel quale egli combatte in solitudine tutti i tentativi di corruzione all'interno del movimento rivoluzionario; la sua intransigenza gli causerà la prigione per due volte e la chiusura del giornale. Deputato alla Convenzione, Marat è abbastanza emarginato dai Girondini, perché sostenitore delle soluzioni rivoluzionarie più radicali: fa decretare la formazione del Tribunale rivoluzionario, è quindi uno dei maggiori responsabili dei massacri del settembre 1792, ed è lui a ottenere il voto per la condanna a morte di Luigi XVI. Questa fama di acceso sostenitore della rivoluzione lo rende molto popolare e gli consente, acclamato dalle sezioni parigine più agitate, di organizzare l'insurrezione del 2 giugno 1793 che provoca la caduta dei Girondini. Il 13 luglio muore assassinato per mano di Charlotte Corday. Marat diviene un martire della Rivoluzione e un simbolo mille volte ripreso dall'iconografia dell'epoca.