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Francesco di Marco Datini

Francesco di Marco Datini

Nato a Prato nel 1335 da una famiglia della piccola borghesia, Francesco di Marco Datini perse i genitori e due dei tre fratelli nella Peste Nera del 1348; il suo tutore lo mandò come apprendista a Firenze, che ben presto (1350) lasciò per Avignone, allora città dei Papi e sede di una vivacissima vita economica, dove fu alle dipendenze di numerosi commercianti fiorentini là residenti. Nel 1363 si mise in proprio, riuscendo a realizzare rapidi guadagni. Ma la sua grande occasione arrivò negli anni 1375-1378, quando la "Guerra degli Otto Santi" fra Firenze e il Papato provocò l'espulsione dell'intera comunità fiorentina da Avignone: lui, pratese, mantenne buoni rapporti con la curia pontificia e divenne il rappresentante degli interessi dei mercanti della Città Gigliata, rimpiazzandoli peraltro in molti dei loro traffici: armi, tessuti, oggetti d'arte, sale, denaro. Rientrato a Prato nel 1383 forte di un'esperienza trentennale, estese la sua attività di commerciante, assicuratore, banchiere e industriale alle principali città della Spagna, della Francia mediterranea, a Bruges, Londra, Algeri, Tunisi, Alessandria d'Egitto, Pera e Caffa sul Mar Nero. Invece di creare un unico, gigantesco organismo di gestione, più fragile in caso di fallimento, diede vita ad un peculiare "sistema di aziende", ognuna con compagni diversi e tutte aventi lo stesso Francesco per socio: un modello che sarebbe stato ripreso e perfezionato qualche decennio dopo dai Medici. Pratico e deciso, duro e dispotico, come spesso chi si è fatto da solo, oculato ma pronto a godersi i piaceri semplici della vita, per le sue intuizioni di mercante-imprenditore e la spregiudicatezza nel perseguire unicamente i propri interessi personali, Francesco di Marco Datini incarnò per il suo tempo un nuovo tipo di uomo d'affari. Morì nel 1410, lasciando un grande patrimonio ed un immenso archivio (oltre 125.000 lettere!), che ne ha tramandato la memoria.