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I progressi della povertà

I progressi della povertà

Come in tutta l’Europa, anche in Italia si registra nel XVIII secolo un notevole aumento della popolazione: da circa tredici milioni si passò a quasi diciotto milioni. L’aumento fu più forte nel Sud e nelle isole e interessò soprattutto le campagne. Ma difficilmente l’incremento demografico può essere considerato l’effetto di un progresso economico generalizzato. In questo caso fu l’accresciuta domanda di cereali (c’erano cioè più bocche da sfamare) a provocare l’espansione delle terre coltivate e l’aumento del lavoro contadino. Tipica di questi “progressi della miseria” fu la diffusione del mais. Comunque il panorama italiano fu contrassegnato dall’arretratezza tecnica e dallo sfruttamento dei contadini. Il precario equilibrio tra popolazione e risorse fu ulteriormente scosso da gravi carestie, nel 1763-65 e nei primi anni Settanta.