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Federico II

Federico II

È senza dubbio uno dei più affascinanti ed enigmatici personaggi del Medioevo, oggetto di un interesse che ancora oggi accomuna decine di studiosi. Nacque nel 1194 dall'imperatore Enrico VI e da Costanza d'Altavilla, figlia del re di Sicilia Ruggero II. Dal 1196 ebbe il titolo di re di Sicilia, dal 1212 quello di re di Germania e dei Romani, dal 1220 quello di imperatore. In buoni rapporti con papa Innocenzo III, che era stato suo tutore, e con Onorio III, che gli aveva conferito la dignità imperiale, sostenne una dura lotta contro Gregorio IX e Onorio IV. Benché scomunicato, capeggiò la quinta crociata, riuscendo ad ottenere per via di trattativa la restituzione di Gerusalemme, di cui divenne re (1229). Molto più interessato all'Italia che alla Germania, lasciò ai principi tedeschi ampi poteri, sperando di utilizzare il loro appoggio per ricondurre all'obbedienza le città guelfe dell'Italia centro-settentrionale; ma, dopo la vittoria iniziale di Cortenuova (1237), i suoi errori politici e l'ostilità del Papato, che gli rinnovò la scomunica (1239) e lo dichiarò deposto (1245), sciogliendo i suoi sudditi dal giuramento di fedeltà, ne decretarono la sconfitta. Non fece in tempo a preparare la sua riscossa che la morte lo colse all'età di cinquantasei anni, nel 1250. Federico II ebbe un ingegno duttile e multiforme: conosceva il greco, il latino, i volgari siciliano, provenzale e tedesco, un po' di arabo e di ebraico; era un poeta piacevole, un dilettante geniale di filosofia, un curioso di questioni astrologiche, geografiche, scientifiche. Professava estremo rigore ed una religiosità apparentemente profonda, ma fece mostra in più occasioni di speciale crudeltà e non disdegnò di impiantare nella sua corte di Palermo un harem e degli eunuchi. Amministrò il suo dominio italiano nel solco di una tradizione che da Bisanzio arrivava ai Normanni, costruendo uno stato accentrato, burocraticamente efficiente, con un coerente codice di leggi (le cosiddette "Costituzioni di Melfi", 1231); fondò l'università di Napoli, emise provvedimenti a sostegno delle attività economiche, coniò l'Augustalis (1232), la prima moneta d'oro occidentale dai tempi dei carolingi. Presentato dalla propaganda ecclesiastica e guelfa come "Anticristo", favorì egli stesso una visione leggendaria della sua persona che i suoi sostenitori finirono per trasfigurare nell'"Imperatore della Fine del Mondo", il giusto chiamato a restaurare l'Età dell'Oro sulla terra.