mappamappamappasinistradestra

 


La nostra libreria

Compra i tuoi libri da www.librazioni.it


 1861. La storia del Risorgimento che non c'è sui libri di storia 1861. La storia del Risorgimento che non c'è sui libri di storia
Fasanella Giovanni
Sperling & Kupfer, 2010
€18,50


 Cucina, chimica e salute Cucina, chimica e salute
Nicoletti Rosario
Aracne, 2009
€15,00


 Quello che rimane Quello che rimane
Kidder Tracy
Piemme, 2010
€17,50



La rivoluzione messicana

La rivoluzione messicana

La rivoluzione messicana

Il vecchio regime oligarchico di Porfirio Diaz (1877-1880, 1884-1911), all'insegna del motto "progresso nell'ordine", aveva in realtà arricchito solo i gruppi ristrettissimi che controllavano il Messico, imposto l'ordine con la forza e impoverito i contadini. La ribellione serpeggiava nelle campagne: in quelle latifondiste del sud, dove le comunità indie avevano ancora un forte peso, e in quelle del nord, dove non mancava una piccola proprietà. La scintilla della rivoluzione venne dall'appello alla lotta contro Diaz lanciato dal liberale Francisco Madero. Diaz provò a schiacciare l'opposizione sociale dei contadini, ora capeggiata al sud dal rivoluzionario Emiliano Zapata e al nord da Francisco Pancho Villa, ma crollò e abbandonò il paese. Madero fu eletto presidente della repubblica, carica che tenne fra mille difficoltà e incertezze (1912-1913), finché fu rovesciato da un suo generale, Victoriano Huerta. Ma anche la dittatura di Huerta fu breve (1913-1914). Mentre Zapata e Villa controllavano le campagne, il latifondista Alvaro Obregon e il senatore Venustiano Carranza presero in mano le coste e la capitale: Huerta fu cacciato e Carranza divenne il presidente (1914) con l'obiettivo di annientare Zapata e Villa. Questi concentrarono le rispettive forze e occuparono Città del Messico (1914) riuscendo a cacciare Carranza ma non a impedire che il potere passasse a Obregon (1920-1924). Intanto Zapata era stato assassinato (1919) e Villa finito in un'imboscata (1923), senza che i contadini avessero raggiunti gli obiettivi di riforma agraria per i quali avevano combattuto. Con la presidenza Obregon, quindi, la rivoluzione era ormai sedata: ma fu con i suoi successori Plutarco Calles (1924-1928) e soprattutto Lazaro Cardenas (1934-1940) che il sistema politico messicano raggiunse una forma costituzionale e una definizione liberale, laica e populista che ancora permane.