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Luigi Cadorna

Luigi Cadorna

(Pallanza 1850 - Bordighera 1928)

Generale italiano, rappresentativo esponente militare dello sforzo bellico italiano sino alla disfatta di Caporetto.

Figlio di Raffaele, comandante del piccolo corpo che nel 1870 conquistò Roma unendola all'Italia, Luigi Cadorna era asceso ai vertici militari nell'anteguerra, nominato Capo di Stato maggiore dell'esercito, con ampi poteri. L'impostazione politica della guerra italiana (una guerra offensiva che sancisse l'Italia al rango di grande potenza), voluta dalla destra conservatrice di Salandra e Sonnino e dalla Corona, trovò consenziente Cadorna che vedeva in essa grandi possibilità di successo per l'esercito. Quando il governo abbandonò la neutralità per l'intervento, Cadorna, ora capo del Comando Supremo, intese fermamente mantenere quest'impostazione ed anzi volle accentuare l'autonomia del comando militare dal potere politico e civile, anche dopo che (nel 1916) al rigido presidente del consiglio Antonio Salandra era succeduto il più accomodante governo di unione nazionale di Boselli.

Consona a quest'impostazione generale fu la tattica militare voluta da Cadorna, fatta di "spallate" contro le trincee austriache, tanto poderose militarmente quanto sanguinose per i soldati (verso i quali in genere il "generalissimo" mostrava di avere scarsa considerazione) e povere di risultati. Fermo nella sua tattica nonostante le critiche, il Comando Supremo e lo stesso Cadorna si fecero poi cogliere del tutto impreparati a Caporetto, quando gli Austriaci e i Tedeschi sfondarono nell’ottobre 1917 le linee italiane facendone arretrare il fronte.

Nel dopoguerra, anche per parare le accuse, Cadorna si trovò schierato con la destra oltranzista. Il fascismo poi lo nominò "maresciallo d'Italia".