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La letteratura religiosa: San Francesco

Il capostipite della letteratura religiosa del centro Italia si può considerare lo stesso S. Francesco d'Assisi (1181-1226): col suo Cantico delle creature egli affermò infatti la legittimità di una poesia devota in volgare, comprensibile anche agli indotti, e non più solo in latino. Il Cantico rappresenta dunque un'iniziativa di notevole rilievo culturale: d'altronde, nonostante il disprezzo della sapienza mondana che viene attribuito a S. Francesco sino dalle prime biografie, la sua "povertà" anche nel campo intellettuale è evidentemente una leggenda. Era esperto invece di lingua latina, nella quale redasse alcune epistole e la regola, nonché probabilmente di lingua d'oc e d'oil. Il Cantico fu composto forse nel 1224 e destinato alla recita comune e al canto, ma la musica non ci è pervenuta.

Dal seno stesso del movimento francescano e di correnti spirituali affini (Flagellanti e Disciplinati) nacque il genere letterario più tipico di questa produzione devota in volgare: la lauda o laude, adattamento della ballata o canzone a ballo profana, di cui venne utilizzata in senso liturgico la bipartizione in stanze (destinate al solista) e riprese (di spettanza del coro).

R. Bruscagli, L. Caretti, G. Luti; La letteratura italiana, Mursia 1985

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