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Cecco Angiolieri

Cecco Angiolieri (1260-1312), senese, scrisse sonetti d'ispirazione autobiografica, sulla figura di un poeta inquieto e scioperato, i cui supremi valori sono "la donna, la taverna, e 'l dado" . Questo assoluto disimpegno fornisce motivi poetici di un profondo pessimismo, cui la critica volle attribuire una dipendenza diretta dalla biografia dell'autore. Ma tale analisi è riduttiva: in realtà (anche se conforterebbero questa convenzione le poche notizie biografiche, che ci danno il quadro di una vita estremamente inquieta) la lirica di Cecco deve essere intesa come puro gioco poetico dagli ascendenti culturali ben definiti, perché ricollegabili alle rime della goliardia medievale.

In ciò risiede l'interesse e la virtù letteraria degli arguti sonetti dell'Angiolieri, i cui temi ricorrenti sono l'amore sensuale spesso non corrisposto, l'odio per il padre, le imprecazioni contro la sfortuna, e infine, di più profonda e originale ispirazione, la "malinconia" tetra e irata che accompagna le delusioni amorose del poeta.

G. Getto, G. De Rienzo, G. Ficara, R. Tessari;
Antologia e storia della letteratura italiana, La scuola, 1981

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