Cino da Pistoia, Non che 'n presenza de la vista umana

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Non che 'n presenza de la vista umana
fosse, madonna, la biltà ch'è 'n voi,
già mai non venne solo a l'audienza,
e quanto possa mostr'a conoscenza:
così meravigliando tragge altrui,
ch'ogni altra cosa vi rassembra vana.
Queste bellezze nove e sì piacenti
vi tengon gli occhi pien' di signoria;
onde conven che sia
ogni vertù degli altri a lor suggetta,
sì sono sopra l'anima possenti,
per uno spiritel che se 'nde cria,
lo qual fedìo la mia,
guardando, in guisa di mortal saetta.
Tutta vi fece loda vera Iddio,
benigno consiglier de la Natura,
donandovi in quell'or la Sua vertute,
quando compose di tanta salute
la vostra gentilissima figura,
sì com'i' credo, per un Suo desio;
ch'altra cagion non se ne pote avere,
ché voi fuggite 'nanzi allo 'ntelletto.
Ahi gioioso diletto!
quel sol, che degno n'è, vede lo cielo,
noi degnamente nol possiam vedere.
Però, madonna, io che ne son distretto,
lo mio corale affetto
a voi medesma per vergogna celo.
La mia forte e corale inamoranza
vi celo, com'uom tanto vergognoso,
ch'anzi che dica suo difetto, more;
se non ch'i' chiamo fra me stesso Amore,
che 'n vostra altezza ponga 'l cor pietoso
e facciali veder la mia pesanza;
sì che ver' me, quando Pietate chiama,
vostra umiltà risplenda e non mi sdegni,
perché poi non convegni
esser gioioso onde mia vita dole;
a simiglianza del Signor che v'ama,
lo qual pur vòl ch'umilitate regni,
che, sì come a li degni,
a tutti gli altri fa nascere 'l sole.