L'intelligenza, CLXIII

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I re, i conti, i cavalier dipinti
vi son, come s'andaro acompagnando;
e più che i vincitor diceano i vinti:
«Perchè tarde, Pompeo? che va' pensando?
Credi che sian l'Iddei per noi infinti?
Fortuna fie con noi; non ir dottando.»
Quell'era un tradimento di fortuna,
che tali li disser, non fuor vivi a nona;
ciascuna andava sua morte avacciando.