Maestro Torrigiano di Firenze, Nè volontier lo dico, nè lo taccio

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Nè volontier lo dico, nè lo taccio,
qual cosa sia l'amor che dio s'apella
ca s'eo lo dico l'altrui detto isfaccio
che piace più del meo, forse, ed abella;
s'eo lo taesse, lo velen non cacc[i]o
de la buscìa che tanto si favella,
e ciò magior danno e men procacc[i]o:
ed io però ne canto esta novella.
L'amor, di cui la gente canta e grida,
è uno disio de l'arma, che pensosa
la tiene in gioia d'amore, ove si fida;
e quest'è de l'amor la propia cosa,
che pur al suo timon l'arma si guida:
per ciò ciascuno amante dio lo cosa.