Carnino Ghiberti, Luntan vi son, ma presso v'è lo core

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Luntan vi son, ma presso v'è lo core,
con gran merzede tut[t]ora cherendo
che non vi grevi lunga dimoranza,
ca, se saveste la pena e l'ardore
che soffro per voi, bella, non veg[g]endo,
ben so verria di me voi compietanza.
Così m'aven co' 'l cervio per usanza,
credendosi campar morte alungiando,
là 'v' ode lo braire
fere e va 'l morire;
così, 'n pensero voi rafigurando,
credo campar: la morte mi sobranza.
Sobranzami la morte quan' rimiro
rafigurando la vostra beltate,
a parmi aver ciò che non ho né tegno.
Così com'omo face a tigra in miro
veder lo suo disio per claritate,
simile Amor m'esmira e mostra 'ngegno:
voi, che non aio, e siete meo sostegno,
mi dona, e tegno in braccio spessamente,
credendomi certano
non essere lontano,
ma con voi abrazzato strettamente;
né a voi giungo, lasso, né m'avegno.
S'eo non m'agiungo a voi proprio incarnato,
non pos' durar che non pèra del tutto,
poi che sì grave fascio d'amor ag[g]io:
com'albore che troppo è caricato,
che frange e perde seve e lo suo frutto,
simile, amore, eo mi disperderag[g]io.
Ahi dolze amor, che consiglio averag[g]io,
s'io fino e moro per voi disïare?
Vorria, come leone
lo figlio a sua nazione
fa[ce] di morte surgere e levare,
poteste suscitar me, s'eo morrag[g]io.
Dunqua, se fosse, chiaceriami morte
più non fa vita stando dipartuto
e non veg[g]endo la vostra figura:
ca non saria sì angosciosa e forte,
ma mi sembrara c'avesse dormuto,
risuscitando a vostra parladura.
E poi che non è sì, chi m'asicura
sed io per voi, amor, di mercé fallo?
Farò com' fedel fino,
sì come l'assessino,
ca per ubidir suo segnor san' fallo
v'aprende morte e non si'nde [dà] cura.
Così non cureraio che m'avegna:
tuttora affino inver' voi la mia spera,
da poi c'Amor lo vole e lo comanda.
Già per l'amor di voi vi risovegna
che, s'eo mi moro, fate a Dio preghera
che l'arma prenda e tegna a suo comanda.
E, se Ventura inver' voi mi rimanda,
pregàravi la mainera tegnamo
chente du' ausel' fanno
quand' a l'amor s'adanno:
che lor congiungimento è di tanto amo,
che l'un, se l'altro non parte, né anda.