Chiaro Davanzati, Om che va per ciamino

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Om [ch]e va per ciamino
e ten verso levante
per giungere al ponente,
non averà rifino
d'andare al suo vivante,
perché non fia giungente;
perché, quanto più va, vene lontano
(così grand'è cagione),
sempr' affannando se non trova porto:
così non diver[r]eb[b]e pros[s]imano
nullo, senza ragione,
a la dritta sentenza di conforto.
Chi non entra per via
che sia dritta, già mai
non troverà l'amore,
né sapreb[b]e che sia:
cercar potreb[b]e assai,
e vivere in er[r]ore.
A le vere scrit[t]ure [l]'omo dee
ricorrer, per savere
le diffinite sentenze e le cose:
per loro si truova fondo a ciò ch'èe,
secondo lor valere,
ché l'ag[g]io ben per ver vertudïose.
Secondo la scrit[t]ura
verace amore è Deo,
e Deo l'amore ène:
una propia figura,
secondo che veg[g]i' eo,
e come il pro c'ha bene.
Amore e[n] Deo senza prencipio fue
[ e sarà senza fine ],
sì [ che, 'n ] cui fede, è sì l'amor verace;
amore è pro, ed anche [se] non fue,
dovunque sta da fine,
d'ogni reo trae lo core e mette in pace.
Ben è ragion chiarita
co' ['n] natura discese,
ch'amore è, Deo d'umano:
ché così sì v'aita
l'umanità che prese
per porgerne la mano.
Se, quanto amor e da Lui in fori, fosse,
tant' ello non saria,
che dichinato fosse a zo guerire;
dunque perché amar d'amor si mosse,
così dunqu'è la via
infra lo core, chi lo vol servire.
Se per contraro nome
de lo bene [ha] lo male
e de lo prode danno,
così ve dice come
nom' ha 'l disi[o] carnale
lo giusto amore e sanno:
e' [ d'o]dio ha nome, pien di tut[t]o reo;
disces' è da primero
da Lucefero, [e]d egli è l[a]onche desso
dimora e sta: e qual è ['l] loco seo?
core di mal mestero,
sì com'è Deo dove l'amore è messo.