Chiaro Davanzati, Se l'alta disclezion di voi mi chiama

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Se l'alta disclezion di voi mi chiama
(per altrui voce, non per mio aprovato)
loda, s'è per sag[g]iar, non ha salute:
ma, qual ch'io sia, lo mio cor si richiama,
per vostro onor seguire e fare a grato,
di quanto più avesse in me vertute.
E son certo che siete colorato
d'ambra e di moscato; lo sapore
è d'ogn'altro megliore:
onde s'alegra mia mente e sta sana,
quando v'adirizzate a mia quintana.
Chi vuole di valor saggio l'usanza,
le vie di verità ha tut[t]e acorte:
per altrui fallo sua grazza non pere;
e quei conversa ben, chi ha leanza,
e 'l confessar ragion no·lli par forte,
ma diletta, chi usa tal mestere.
Dunqua, s'aggio planete a grande altura,
e ciascun' ha lo suo corpo formato,
celestial nomato
fu per celestial ter[r]eno usare:
per ciaschedun si salva meo parlare.
Non dé l'om molto dir là ov'è la scienza,
ché breve detto di molti è 'ntendente,
ché lunghe aringherie odo noiose:
sapore vene d'amara semenza,
caldo fred[d]ur' ha temperatamente,
chi 'l mezzo segue ha gioi' più saporose.
Però chi per planeta si conduce,
prenda qual[unqu]e più li dà calori:
mag[g]ior è '[n] sol valori;
chi de lo sol veracemente imbarda,
in generar calor bo[n] no si tarda.
Di grazza tempro, io non m'apello fiele,
né di sapienza non mi gitto fora,
né di ciò degno sia d'aver convento;
ma 'nver' di voi in croce ag[g]io le vele;
se fe' figura in terra dimora,
seguite qual più scaldavi talento.
Supercelestïal Dio e Segnore
in suo corpo acontenta
chi·llui crede; non penta:
dunque tre son li regni ov'e' sostene,
[in] corpo e sustanza, amore e bene.
Assai vi narro, se m'avete inteso,
onde lo confessar vi dé piacere
che senza intesa no è bon giudicato:
avegna ch'io perdon' vostro ripreso,
e sol di benenanza l'ho tenere,
perché simil costume veg[g]io usato.
Onde pensate al primo e al secondo,
e poi, dopo 'l pensiero,
non siate menzoniero:
usate propiamente veritate,
se fin pregio volete di bontate.