Caccia da Siena, Per forza di piacer lontana cosa

Bibliografia


Per forza di piacer lontana cosa
è prossimana al core,
e, d'esso istando fore,
lo fa sentir, ché ci pon simiglianza,
ancor ca per natura esser non osa
in altra parte intando,
ad uno loco quando
certanamente faci adimoranza.
E no sforza ragione,
pensando che di sé pinge e c[ol]ura,
onde 'l cor s'inamora,
e per essa si pone
talfiata in cento parti per ventura.
Sembianza ch'a lo cor mi ripresenta,
madonna, il mi' richero,
fra me stando in pensero,
compiuta gioi' mi fa parer ch'io tena,
perzò che tanto forte mi talenta,
che, s'eo ci penso un poco,
non ha senno in me loco:
tener m'è aviso lei che mi dà pena.
Così per dolze er[r]ore
campo, ché non m'aucide in veritate;
e credo che pietate
di me prenda a l'Amore,
ond'el si move a far tanta amistate.
Donandome conforto per inganno,
gir tanto mi convene
che di verace bene
madonna mi consenta dilet[t]anza;
e se 'nfratanto mi grava d'affanno,
ag[g]io tut[t]avia fede
ca per sua gran merzede
alcuna fiata si muova a pietanza.
Quanto più mi disdegna,
più sarà dolze la tenuta poi
. . . . [-oi]
se m'amerà, divegna
cosa che disdegnando no 'nd' anoi.