Monte Andrea, Dolente me, son morto ed aggio vita

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Dolente me, son morto ed ag[g]io vita,
non posso prender mai consumamento:
sempre cor' e corp' ho, l'arm' è guernita
di dolorosi mai stando in tormento.
Non veg[g]io mai ch'io possa aver fenita,
però di me morire v'aconsento:
poi dal corpo l'arma fosse partita,
fora saria di tanto strug[g]imento;
ma di tal guisa ho questa ferita,
non farò da dolor mai partimento.
Ma tuttavia pur di male in peg[g]io
ognor sormonto: Deo, come ne scampo?
ché non fenisco tanto mal proseg[g]io?
Verso di me ha preso tanto campo
lo mal d'Amore, ca s'io vado o reg[g]io,
sono preso d'un foco ond'i' sì avampo.