Meo Abbracciavacca, Sovente aggio pensato di tacere

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Sovente aggio pensato di tacere,
mettendo in obrïansa
d'esto mondo parlare intendimento;
ma, poi mi torna, punge e fa dolere
la sovraismisuransa
di quei c'han ditto d'aver sentimento
de l'amoroso dolce e car valore,
nomandolo signore
ch'ard' e consumma di gioi' la verdura
del suo fedel, servendolo soggetto;
sempre li dà paura;
vantaggio i tolle ch'avemo da fera:
eo ne faccio disdetto;
se simil dissi mai, cangio carrera.
Ché non par vegna da molto savere,
chi sente sua fallansa,
se non volve con vero pentimento;
né·ll'altrui troppo si dé sostenere,
che pare un'acordansa,
come chi dice: sta'nde l'om contento.
Unde move adistato lo mio core
d'essere validore,
se posso, difendendo la drittura
d'Amor, che solo in gioia ave l'assetto
e di gioi' si pastura,
non avendo già doglia sua rivera;
e se vo par defetto,
non è d'Amor, ma d'Odio è pena intera.
Poi conoscensa ferma lo piacere,
venendo disiansa,
I'omo s'alegge ad esso per talento,
e non e, se poi dole, innel volere,
ma tardando li avansa,
soffrendo disïoso, lo tormento.
Donque n'ha torto ciascuno amadore
che si biasma d'Amore,
ch'è solo volontate chiara e pura,
che nasce, immaginato lo diletto
che porge la natura,
de la vi[s]ta, monta[n]do i[n] tal mainera
come fa lo 'ntelletto,
che di gioi' chere sempre la sua spera.
Amor ne l'alma credo uno podere
che si prende d'amansa,
poi lo saver ne fa dimostramento
ne le cose partite da valere,
over la simigliansa,
non dicernendo tutto il compimento.
E, se ne l'acquistar vene dolore,
non s'ama tal sentore:
come calore incontra la freddura,
così la pena l'amoroso effetto;
ma tanto monta e dura
del plagere a visar la luce clera,
poi che v'aggia sospetto,
I'omo affannando segue sua lumera.
Dett' ho parte com' so del meo parere,
credo for la 'ntendansa
dei più, c'han ditto c'Amor bene ha spento;
né questionar de ciò m'è più calere,
ché pesòmi dobblansa,
poi non sostene Amor lo valimento
di quei che 'l contra, né sa suo vigore:
perciò istà in errore
biasmando a torto, non ponendo cura;
né chi ricontra lui no·ll'ha dispetto.
No'nde voi' più rancura:
vaglia nel saggio e nell'altro sì pera,
ché io nel mio cospetto
tegno che solo ben sia d'amor cera.
Amor, tuo difensore
se stato so', non è poco ardimento
ver' lo forte lamento
ch'e quasi fermo per la molta usansa.
Mostr' ormai tua possansa,
faccendo tuo guerrer conoscidore.