Pucciandone Martelli, Signor sensa pietansa, udit' ho dire

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Signor sensa pietansa, udit' ho dire,
deve tosto fallire,
e vana divenir sua signoria.
Sensa pietà, mia don[n]a, siete sire:
penser ho di partire
me' cor e mente da tale follia,
ché solo v'ingegnate me schernire;
tempestar e languire
e tormentar mi faite nott' e dia;
talor mostransa faitemi 'n servire,
ma non pote granire,
sì come fior che vento lo disvia.
L'albor' e 'l vento siete veramente,
ché faite 'l fror: potetelo granare;
Poi faitelo fallare,
e vana divenir la mia speransa.
Deo vi lassi trovar miglior servente,
e me signor che saccia meritare:
ché tropp'è greve amare
lo mio, se per servir ho malenansa.