Panuccio dal Bagno, Piggiore stimo che morso di capra

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Piggiore stimo che morso di capra,
ov'Amor fier d'artiglio e dà di becco;
ché quasi sembro lui albore secco,
quale 'n cui regni, e bene in lui non capra.
Ma dico che conven su' cor che s'apra,
a perder sa vertù rimane istecco,
ché non fa frutto, e 'n falso dir non pecco,
ché per me 'l provo e per altrui si saprà.
E poi fu' in signoria di suo soperchio,
mis' ha 'n tormento di mia vita il corso,
di greve affanno e di piager sì magra.
Tant' é sua signoria diversa ed agra,
chi sottoposto è lei, va a morte a corso:
per languir ch' ho di lui, ciò discoperchio.
Del mal diritto al contraro fa cerna,
perché chi non è ad esso sottoposto
di ben a perfezion venir pò tosto.