Brunetto Latini, Il Tesoretto, XXII

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Così un dì di festa
tornai a la foresta,
e tanto cavalcai
che io mi ritrovai
una diman per tempo
in sul monte d'Olempo,
di sopra in su la cima.
E qui lascio la rima
per dir più chiaramente
ciò ch'i' vidi presente:
ch'io vidi tutto 'l mondo,
sì com'egli è ritondo,
e tutta terra e mare,
e 'l fuoco sopra l'ãre;
ciò son quattro aulimenti,
che son sostenimenti
di tutte crëature
secondo lor nature.
Or mi volsi da canto,
e vidi un bianco manto
così da la sinestra
dopp' una gran ginestra;
e io guatai più fiso,
e vidi un bianco viso
con una barba grande
che sul petto si spande.
Ond'io m'asicurai,
e 'nanti lui andai
e feci mio saluto
e fui ben ricevuto;
ond'io presi baldanza,
e con dolce contanza
lo domandai del nome,
chi elli era, e come
si stava sì soletto
sanza niuno ricetto.
E tanto 'l domandai
che nel suo dir trovai
che là dove fu nato
fu Tolomeo chiamato,
mastro di storlomia
e di fisolofia;
ed è a Dio piaciuto
che sia tanto vivuto,
qual che sia la cagione.
E io 'l misi a ragione
di que' quattro aulimenti
e di lor fondamenti,
e come son formati
e insieme legati.
E ei con belle risa
rispuose in questa guisa:
[ . . . . . ]
[ . . . . . ]
[ . . . . . ]
[ . . . . . ]