Brunetto Latini, Il Tesoretto, XVII

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Per così bel commiato
n'andò da l'altro lato
lo cavalier gioioso,
e molto confortoso
per sembianti parea
di ciò ch'udito avea;
e 'n questa benenanza
se n'andò a Leanza,
e lei si fece conto,
e poi disse suo conto
sì come parve a lui:
e certo io che vi fui
lodo ben sua manera
e 'l costume e la cera.
E vidi Lealtate
che pur di veritate
tenea suo parlamento;
con bello acoglimento
li disse: «Ora m'intendi
e ciò ch'io dico aprendi.
Amico, primamente
consiglio che non mente,
e 'n qual parte che sia
tu non usar bugia:
ch'on dice che menzogna
ritorna in gran vergogna
però c'ha breve corso;
e quando vi se' scorso,
se tu a le fïate
dicessi veritate,
non ti sarà creduta.
Ma se tu hai saputa
la verità d'un fatto,
e poi per dirla ratto
grave briga nascesse,
certo, se la tacesse,
se ne fossi ripreso,
sarai da me difeso.
E se tu hai parente
o caro benvogliente
cui la gente riprenda
d'una laida vicenda,
tu dê essere acorto
a diritto ed a torto
in dicer ben di lui,
e per fare a colui
discreder ciò che dice;
e poi, quando ti lice,
l'amico tuo gastiga
del fatto onde s'imbriga.
Cosa che tu promette,
non vo' che la dimette:
comando che s'atenga,
purché mal non n'avenga
Ben dicon buoni e rei:
"Se tu fai ciò che déi,
avegna ciò che puote";
ma poi, chi ti riscuote
s'un grave mal n'avene?
Foll' è chi teco tene:
ch'i' tegno ben leale
chi per un picciol male
fa schifare un maggiore,
se 'l fa per lo migliore,
sì che lo peggio resta.
E chi ti manofesta
alcuna sua credenza,
abbine retenenza,
e la lingua sì lenta
ch'un altro no la senta
sanza la sua parola:
ch'io già per vista sola
vidi manofestato
un fatto ben celato.
E chi ti dà in prestanza
sua cosa, o in serbanza,
rendila sì a punto
che non sie in fallo giunto.
E chi di te si fida,
sempre lo guarda e guida,
né già di tradimento
non ti vegna talento.
E vo' ch'al tuo Comune,
rimossa ogne cagione,
sie diritto e leale,
e già per nullo male
che ne poss' avenire
no·llo lasciar perire.
E quando se' 'n consiglio,
sempre ti tieni al meglio:
né prego né temenza
ti mova i·rria sentenza.
Se fai testimonianza,
sia piena di leanza;
e se giudichi altrui,
guarda sì abondui
che già da nulla parte
non falli l'una parte.
Ancor ti priego e dico,
quand' hai lo buono amico
e lo leal parente,
amalo coralmente:
non si' a sì grave stallo
che tu li facce fallo.
E voglio ch'am' e crede
Santa Chiesa e la fede;
e solo e infra la gente
innora lealmente
Geso Cristo e li santi,
sì che' vecchi e li fanti
abbian di te speranza
e prendan buon' usanza.
E va', che ben ti pigli
e che Dio ti consigli,
ché per esser leale
si cuopre molto male».