Brunetto Latini, Il Tesoretto, XII

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Da poi ch'a la Natura
parve che fosse l'ora
del mio dipartimento,
con gaio parlamento
sl cominciò a dire
parole da partire
con grazia e con amore;
e faccendomi onore
disse: «Fi' di Latino,
guarda che 'l gran cammino
non torni esta semmana,
ma questa selva piana,
che tu vedi a sinestra,
cavalcherai a destra.
Non ti paia travaglia,
ché tu vedrai san' faglia
tutte le gran sentenze
e le dure credenze;
e poi da l'altra via
vedrai Fisolofia
e tutte sue sorelle;
e poi udrai novelle
de le quattro Vertute;
e se quindi ti mute,
troverai la Ventura;
a cui se poni cura,
ché non ha certa via,
vedrai Baratteria,
che 'n sua corte si tene
di diare e male e bene;
e se non hai timore,
vedrai i·Dio d'Amore,
e vedrai molte gente
che 'l servono umilmente,
e vedrai le saette
che fuor de l'arco mette.
Ma perché tu non cassi
in questi duri passi,
te', porta questa segna
che nel mio nome regna.
E se tu fossi giunto
d'alcun gravoso punto,
tosto lo mostra fuore:
non fia sì duro core
che per la mia temenza
non t'aggia in reverenza».
E io gechitamente
ricevetti 'l presente,
la 'nsegna che mi diede;
poi le basciai il piede
e mercé le gridai,
ch'ella m'avesse ormai
per suo racomandato.
E quando io fui girato,
già più no·lla rividi.
Or conven ch'io mi guidi
ver' là dove mi disse
'nanti che si partisse.