Brunetto Latini, Il Tesoretto, VI

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Omai a ciò ritorno,
che Dio fece lo giorno
e la luce gioconda
e cielo e terra ed onda,
e l'aire crëao
e li angeli fermao,
ciascun partitamente:
e tutto di neente.
Poi la seconda dia
per la Sua gran balìa
stabilìo 'l fermamento
e 'l suo ordinamento.
Il terzo, ciò mi pare,
ispecificò 'l mare
e la terra divise
e 'n ella fece e mise
ogne cosa barbata
che 'n terra e radicata.
Al quarto dì presente
fece compiutamente
tutte le luminare,
stelle diverse e vare.
Nella quinta giornata
sì fu da Lui crëata
ciascuna crëatura
che nota in acqua pura.
Lo sesto dì fu tale,
che fece ogn'animale,
e fece Adamo ed Eva,
che puoi ruppe la treva
del Suo comandamento.
Per quel trapassamento
mantenente fu miso
fòra di Paradiso,
dov'era ogne diletto,
sanza neuno espetto
di fredo o di calore,
d'ira né di dolore;
e per quello peccato
lo loco fue vietato
mai sempre a tutta gente.
Così fu l'uom perdente:
d'esto peccato tale
divenne l'om mortale,
e ha lo male e 'l danno
e l'agravoso afanno
qui e nell'altro mondo.
Di questo greve pondo
son gli uomini gravati
e venuti em peccati,
perché 'l serpente antico,
che è nostro nemico,
sodusse a rea maniera
quella primaia mogliera.
Ma per lo mio sermone
intendi la ragione
perché fu ella fatta
e de la costa tratta:
prima, che l'uomo atasse;
poi, che multipricasse,
e ciascun si guardasse
con altra non fallasse.
Omai il coninciamento
e 'l primo nascimento
di tutte crëature
t'ho detto, se me cure.
Ma sacce che 'n due guise
lo Fattor lo devise:
ché l'une veramente
son fatte di neente,
ciò son l'anim' e 'l mondo,
e li angeli secondo;
ma tutte l'altre cose,
quantunque dicere ose,
son d'alcuna matera
fatte per lor manera».