Brunetto Latini, Il Tesoretto, IV

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Ma puoi ch'ella mi vide,
la sua cera che ride
inver' di me si volse,
e puoi a sé m'acolse
molto covertamente,
e disse immantenente:
«Io sono la Natura,
e sono una fattura
de lo sovran Fattore.
Elli è mio creatore:
io son da Lui creata
e fui incominciata;
ma la Sua gran possanza
fue sanza comincianza.
E' non fina né more;
ma tutto mio labore,
quanto che io l'alumi,
convien che si consumi.
Esso è onipotente;
ma io non pos' neente
se non quanto concede.
Esso tanto provede
e è in ogne lato
e sa ciò ch'è passato
e 'l futuro e 'l presente;
ma io non son saccente
se non di quel che vuole:
mostrami, come suole,
quello che vuol ch'i' faccia
e che vol ch'io disfaccia,
ond'io son Sua ovrera
di ciò ch'Esso m'impera.
Così in terra e in aria
m'ha fatta sua vicaria:
Esso dispose il mondo,
e io poscia secondo
lo Suo comandamento
lo guido a Suo talento.