Rustico di Filippi, Io non auso rizzar, chiarita spera

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Io non auso rizzar, chiarita spera,
inver' voi gli occhi, tant'ho gelosia,
e feremi nel viso vostra spera,
e gli occhi abasso e non so là ove sia.
Oi amorosa ed avenante cera,
non mi tardate la speranza mia,
ch'ad onta de la gente malparliera
mi riterrete in vostra segnoria.
Deo, como son lontan da me' pensiero
li falsi e li noiosi maldigenti,
che là non volgo l'arco ov'eo ne fero;
ma tutavia mi fan sofrir tormenti,
ché spesso l'amoroso viso clero
s'asconde per li falsi parlamenti.