Rustico di Filippi, Amor, poi che del mio mal non vi dole

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Amor, poi che del mio mal non vi dole,
più siete inver' di me fero che fera;
Amor, guardate inver' le mie parole:
s'ggio fallato, piacciavi ch'io pèra.
E s'io nonn·ho mancato, come sole
lo mio cor ritornate a quella spera,
che tanto quanto guarda o gira il sole
più doglioso di me merzé non chera.
Oi Morte, chi t'apella "dura Morte"
non sente ciò ched io patisco e sento,
ché, se mi vuoli aucider, mi conforte;
ché la mia vita passa ogni tormento.
Oi Morte, perché l'arma non ne porte
e falla far dal secol partimento?