Dante da Maiano, Di ciò che stato sei dimandatore

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Di ciò che stato sei dimandatore,
guardando ti rispondo brevemente,
amico meo di poco canoscente,
mostrandoti del ver lo tuo sentore.
Al tuo mistier così son parlatore:
se san ti truovi e fermo de la mente,
che lavi la tua coglia largamente,
a ciò che stingua e passi lo vapore
lo qual ti fa favoleggiar loquendo;
e se gravato sei d'infertà rea,
sol c'hai farneticato, sappie, intendo.
Così riscritto el meo parer ti rendo;
né cangio mai d'esta sentenza mea,
fin che tua acqua al medico no stendo.