Lapo Gianni, Ballata, poi che ti compuose Amore

Altre Opere Bibliografia


Ballata, poi che ti compuose Amore
ne la mia mente ove fa residenza,
girai a quella che somma piagenza
mi saettò per li occhi dentro al core.
Poi se' nata d'Amore ancella nova,
d'ogni vertù dovresti essere ornata:
ovunque vai, dolce savi' ed intesa,
la tua vista ne fa perfetta prova.
Però dir non fatico più ambasciata
che, spero, se' del mio intelletto appresa.
Se tu la vedi nel su' viso accesa,
non dicer motto se fosse adirata;
ma, quando la vedrai umilïata,
parla soave senz' alcun temore.
Quando cortesemente avrai parlato
con bello inchino e con dolce salute
a la serena fonte di beltate,
aprendi suo risponso angelicato
che move lingua di gentil vertute
vestut' a manto di soavitate.
Se l'è 'n piacer d'avermi in potestate,
non fia suo viso colorato in grana,
ma fie negli occhi suoi umil' e piana
e palidetta quasi nel colore.
Appresso che lo tuo dire amoroso
prenderà la sua mente con paura
del pensoso membrar ch'Amor le dona,
dirai com' io son sempre disioso
di far li suoi piageri oltre misura,
mentre la vita mia non m'abbandona.
Di' ch'Amor meco sovente 'l ragiona,
che fu principio d'esta benvoglienza,
quei che la mente e 'l core e mia potenza
ha messa in segnoria del su' valore.
Tu vederai la nobile accoglienza
nel cerchio delle braccia ove Pietate
ripara con la gentilezza umana;
e udirai sua dolce intelligenza:
allor conoscerai umil[i]tate
negli atti suoi, se non parla villana;
e 'serverai meraviglia sovrana,
com' èn format' angeliche bellezze,
e di novi miracoli adornezze
ond' Amor tragge l'altezza d'onore.
Movi, ballata, senza far sentore,
e prenderai l'amoroso cammino;
quando se' giunta, parla a capo chino:
no mi donar di gelosia orrore.