Lapo Gianni, Novelle grazie a la novella gioia

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Novelle grazie a la novella gioia,
vestute d'umiltà e di cortesia,
girete a quella che m'ha 'n signoria
e dispogliato de l'antica noia.
Quando sarete avante lei, 'nchinate
e poi, udita sua dolce accoglienza,
dite: «Madonna, il vostro fedel servo
a voi ne manda, che ci riceviate,
dicendo che lo scoglio di doglienza
ave gittato come face 'l cervo,
pregando che ritegnate in conservo
l'anima e 'l core e tutta sua possanza,
ché 'n voi ricorre tutta sua speranza
come nel mare ogni corrente ploia».
Appresso le direte che la mente
porto gioiosa del su' bel piagere,
poi che m'ha fatto degno de l'onore;
e non è vista di cosa piagente
che tanto mi diletti di vedere,
quanto lei sposa novella d'Amore;
e non m'è aviso ch'alcuno amadore,
sia quanto vuol di gentile intelletto,
ch'aia rinchiuso dentro da lo petto
tanta allegrezza, ch'apo me non moia.
Ballata, e' non è donna a la mia voia
che tanto degna sia da onorare,
quanto colei a cui ti vo' mandare,
cui gentilezza ed ogni ben s'appoia.