Lapo Gianni, Angioletta in sembianza

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Angioletta in sembianza
novament' è apparita,
che m'uccide la vita
s'Amor no le dimostra sua possanza.
S'Amor farà sentire
per li suo' raggi de la sua dolcezza,
tempo mi dà conforto,
menomerà il martire
che mi saetta la sua giovanezza,
ond'eo son quasi morto:
ché son venuto a porto
che chi mi scorge fiso
pote veder nel viso
ch'i' porto segno di greve pesanza.
Non fuore gli occhi miei
ne la sua vista una fiata ancora,
ch'egli avesser vigore.
I' gli conforterei
con la vertù ehe dentro li 'nnamora,
se non che fugge Amore,
che non par che 'l valore
possa mettere in lei,
anzi dice: «Costei
è quella che la sua franchigia avanza».
Non può vincer Amore
di pinger ne la mente gentilia
d'esta novella cosa,
ché selvaggia tuttore
la trova con sì nova leggiadria
contra di lui sdegnosa.
E negli atti amorosa
a chi la mira pare,
onde ne fa pensare
Amore e chi ne prende disianza.
Non spero dilettanza
né gioi' aver compita,
se 'l tempo non m'aita
od Amor no mi reca altra speranza.