Guittone d'Arezzo, A te, Montuccio, ed agli altri, il cui nomo

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A te, Montuccio, ed agli altri, il cui nomo
non già volontier molto agio 'n obrio,
a cui intendo che savoro ha 'l mi pomo,
che mena il piccioletto arboscel mio,
non diragio ora già quanto e como,
disioso, di voi agio desio;
ma dico tanto ben, che nel meo domo
con voi sovente gioi prendo e ricrio.
E poi de' pomi miei prender vi piace,
per Dio, da' venenosi or vi guardate,
li quali eo ritrattai come mortali;
ma quelli, che triaca io so verace,
contra essi e contr'ogne veleno usate,
a ciò che 'n vita siate eternali.