Guittone d'Arezzo, Se non credesse dispiacere a Dio

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Se non credesse dispiacere a Dio,
malederea el giorno e 'l mese e l'anno
che voi ricco veniste, amico mio,
che nòi m'addusse adesso e giunse danno.
Ché, mentre povero fuste com'io,
non già parlarmi vi sembrava affanno;
ma tanto poi riccor v'inlegiadrìo,
lettere mie da voi non respost'hanno.
Se toller me amico riccor dia,
non degni Dio che mai ricco devegna:
onor d'amico piacenter mi sia.
E se pur ricco farne alcun ne degna,
degni partirme ogni piacenza mia,
sì che memoria mai di lui non tegna.