Guittone d'Arezzo, Alcun conto di te, conte Gualtieri

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Alcun conto di te, conte Gualtieri,
mi conta, ché gradir m'è te audire,
sì che non poco en te so, e volentieri,
tanto m'agrada forte ai bon gradire:
e voi siet'esso; homi alto mistieri
non piò tardar, ma servo al tu' desire:
francamente in allegrezza chieri
quanto al mio Signor posso servire.
Ché servir me né te for Lui non dia,
ma vietar deggio - ed io lo vieto a tutti -
ciò che senza lui, lasso, operai. -
E tu vietal, bel conte, in cortesia
li traiti miei e perigliosi motti,
und'eo vertude strussi e vizi ornai.