Guittone d'Arezzo, Deo, con fu dolce e ben aventuroso

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Deo, con fu dolce e ben aventuroso
lo giorno che da me gioia partio,
ch'allora departi' d'esser noioso
e despiacente a ragione e a Dio.
Allor tornò lo mio travaglio a poso
e a saver lo mio folle desio,
allora presi cor d'esser gioioso,
en guisa tal, ch'onni tormento obbrio.
Ahi, como e quanto allegro esser deggio,
poi da tua signoria, malvagio Amore,
l'alma e 'l corpo mio francato veggio.
Non piò l'amaro tuo sami dolciore,
ché ben cerno da male e mal da peggio,
mercé Lui, d'onni mio bono fattore.