Guittone d'Arezzo, O carissimi miei, qual è cagione

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O carissimi miei, qual è cagione
per che sì forte Dio disubidimo?
Ô ch'el sia reo, o che 'l non giusto 'npone?
Ché s'è ciò, certo non mal, se 'l fugimo.
Veggiamo donque d'esso onni offensione.
Ô lo bon sommo, e di bon tutto è primo,
ed impon noi che cor, fatt'e sermone
abbiàn lungi d'onni dilaido limo.
Discreto, retto, agente ordin orrato
vol costum'ogni nostro, e a be sia,
e che l'un aggia all'altro in catun fato
amore, bonitate e cortesia;
e regno in pregio dar, s'è ciò servato:
ecco rea di lui tutto e villania.