Guittone d'Arezzo, O tracoitata e forsennata gente

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O tracoitata e forsennata gente,
già non vidd'io miravigliarsi alcono
ch'al mio Dio ribellai sì lungiamente,
lo qual mi fece e fa quant'ho di bono;
e, rendendomi lui, immantenente
meravigliaste sì tutti a comono,
e dite, como posso esser sofrente
che mondano piacer tant'abandono.
Ma non meravigliate, ahi, matti, como
sovrabondosa gioi non m'ha già morto,
membrando unde da voi son dipartuto;
ché di bestia tornat'esser cred'omo,
di legno franco o' ferm'e' tegn'a porto,
ov'è terreno ben, spero, compiuto.