Guittone d'Arezzo, Messer Berto Frescubaldi, Iddio

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Messer Berto Frescubaldi, Iddio
riccore, amore 'n fio
e pregio e gaudio ha voi non poco dato.
Ahi, che laido è, che villan, che rio,
se 'l mettete n'obbrio!
Or non è fallo e mal sì disorrato
non render lui fedel fedel desio?
Come, se non asì, io?
Segnor terren rend'om com'ha mertato;
e fatto ontoso e villan nullo mio
tegno già, quanto s'io
di ben mal rendo e non di ben bon grato.
E voi, mercé! Non piò villan ch'altrui
lo cor vostro sia lui,
ché non servigio d'om cred'obbriate;
non donque isdegnate
che vizio odiare e vertù amar cher voi.
Acciò che degna che fatto vo siate
e che far vol mertiate,
piacciano voi piacer sì degni soi,
e io piacciavi poi
che 'n me piacete e amo in veritate.