Guittone d'Arezzo, Doglio e sospiro di ciò che m'avvene

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Doglio e sospiro di ciò che m'avvene,
che servo voi, soprana di biltate,
ed in redoppio mi tornan le pene;
e voi, madonna, di ciò non curate,
anzi mi date doglia, che mi tene
e che m'ancide, se voi non m'atate.
Sospira 'l core, quando mi sovvene
che voi m'amavi, ed ora non m'amate.
E non è meraviglia s'eo mi doglio,
ché la ventura mia tuttor disvene,
e le bellezze vostre van doppiando.
Quando mi penso il tempo ch'aver soglio,
in disperanza m'torna tutto 'l bene,
e li conforti me ne van mancando.