Guittone d'Arezzo, Similemente vole ch'om s'enfeggia

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Similemente vole ch'om s'enfeggia
di non vedere, e veggia ogne su' stato
e vol che sia saggi' om perché proveggia
e senta suo volere e suo pensato:
e di tal modo si conduca e reggia
e cheggia suo voler sì colorato,
che cagion possa aver che non s'aveggia,
né saccia di venire in tale lato.
Ché per ferm'è ciò ch'io dissi di sovra:
che la donna per forza e per inganno
vole mostrare che vegna tal ovra.
Dunque procaccia quei talor suo danno,
che fa opera lei che si più scovra,
ché, vergognando, poi tello in afanno.