Guittone d'Arezzo, Grazie e merzé voi, gentil donna orrata

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Grazie e merzé voi, gentil donna orrata,
dell'udienza e del responso gente,
ch'io non udio mai donna, altra fiata,
parlasse tanto dibonairamente,
che non si dice per parola ornata:
che già non m'osa quasi esser spiacente;
e sì, che tale gioia in cor m'ha data,
che mai non credo siame nòi nocente.
Amo sol quel che v'è prode ed orranza;
fedel son d'ubidir vostro comando;
tal fede chero e tal amor m'avanza.
Consiglio vo che tosto e non dottando
de mi' amar e de mia fe, fidanza
prendiate, como sia vostro comando.